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CPU: Zilog Z80A a 3,58 MHz, 8 bit
ROM: 32 KByte con Microsoft MSX Basic 1.0
RAM: 64 KByte
VRAM: 16 KByte
Video: TMS9929A, 256x192 (16 colori), testo: 40x25, 64x25, 84x25
Audio: AY-3-8910, 3 canali
Anno: 1984
MSX è la denominazione di uno standard per degli Home computer degli anni 1980. Fu concepito da Kazuhiko Nishi, all'epoca vice direttore della filiale giapponese di Microsoft e fondatore della società ASCII, come il tentativo per creare un singolo standard per la costruzione di computer compatibili da parte di diversi produttori.
Qualsiasi software o dispositivo che recasse il logo MSX era compatibile con i prodotti MSX sviluppati da qualsiasi produttore.
Microsoft realizzò sia l'interprete MSX BASIC sia il sistema operativo su disco MSX-DOS.
I computer MSX ebbero pochissima diffusione nei Paesi anglosassoni: negli Stati Uniti d'America furono prodotti solo in piccola quantità da Spectravideo mentre in Gran Bretagna furono commercializzati solo da Toshiba. Gli MSX furono principalmente venduti in Giappone, in Brasile ed in diversi Paesi dell'Europa: in Italia il modello più diffuso era il Philips VG-8020. Complessivamente si stima che ne siano stati prodotti circa 5 milioni di esemplari.
Lo standard di Nishi consisteva principalmente in un insieme di componenti che erano già disponibili per i produttori di computer (niente chip custom, quindi): la CPU principale era uno Zilog Z80 operante alla frequenza di 3,58 MHz; la grafica era fornita dal chip Texas Instruments TMS9918, già usato nel TI-99 (un home computer che non ebbe molta fortuna), con 16 KB di VRAM dedicata; il sonoro era fornito dal General Instruments AY-3-8910, che controllava parzialmente anche le operazioni di Input/output; il controllo delle interfacce di I/O parallelo, come la gestione della tastiera, era affidato ad un Intel 8255 PPI (Programmable Peripheral Interface).
In realtà, nessuno di questi componenti rappresentava qualcosa di particolarmente avanzato, ma si trattava comunque di specifiche ragionevoli per costruire una buona macchina all'epoca in cui Nishi propose lo standard (1982) e già condivise da altri sistemi di quel periodo, come l'home computer ColecoVision (per il quale in seguito fu proposto anche un emulatore MSX software grazie al quale alcuni software potevano girare anche su questa macchina) o la console Sega SG-1000. Per ridurre i costi molti produttori utilizzavano un processore personalizzato detto "MSX-Engine", che integrava in un unico chip alcuni dei componenti dei sistemi MSX quali il PPI, un chip sonoro compatibile (YM2149) oltre ad altri componenti, alle volte anche la stessa CPU Z80. Nonostante l'idea alla base di queste specifiche fosse quella di contenere i costi, quasi tutti i computer MSX usavano una tastiera professionale al posto di una più economica tastiera con tasti in gomma, per cui alla fine il costo delle macchine saliva nuovamente. L'uso di questi componenti, insieme all'MSX di Microsoft, rendevano gli MSX dei buoni e competitivi home computer, anche se più cari delle offerte della concorrenza.
I sistemi MSX generalmente non offrivano un'unità dischi integrata per cui i giochi erano pubblicati principalmente su cartuccia e su cassetta. Le unità dischi erano disponibili sotto forma di cartucce di espansione contenenti l'interfaccia hardware per la gestione dei drive e una ROM che estendeva il BIOS del computer (l'interfaccia software), connesse ad un case esterno contenente il drive. In Sud America molti di questi sistemi usavano i floppy disk da 5¼" mentre in Europa il formato più diffuso era quello da 3½". In Giappone alcuni sistemi MSX1 integravano un'unità da 3½" come il Matsushita (Panasonic) CF-3000.
I computer MSX2 furono rilasciati nel 1985: questi sistemi offrivano spesso (ma non sempre) un'unità da 3½" integrata e, di conseguenza, il supporto più popolare per i giochi divenne proprio questo formato.
I floppy da 3½" formattati con un MSX erano compatibili direttamente con l'MS-DOS per via dello stesso file system usato (anche se alcuni dettagli erano diversi, come il codice del settore di boot ed il sistema per segnare i file cancellati). Derivando dall'MS-DOS 1, anche l'MSX-DOS 1 non aveva il supporto per le subdirectory
L'esatto significato dell'abbreviazione "MSX" è ancora motivo di dibattito. Molti credono che stia per "MicroSoft eXtended", per via del linguaggio di programmazione incorporato (l'MSX BASIC) scritto specificamente da Microsoft per il sistema MSX. In realtà, Kazuhiko Nishi, in un'intervista, dichiarò che MSX sta per "Machines with Software eXchangeability" (macchine con software interscambiabile).
Il sistema operativo MSX-DOS per la gestione dei dischi era compatibile con il CP/M ed era molto simile all'MS-DOS. Così facendo, Microsoft pensò di promuovere l' MSX per un uso home e l'MS-DOS per un ambito lavorativo/ufficio.
L' MSX conobbe diverse evoluzioni nel corso degli anni: MSX 1 (1983), MSX 2 (1986), MSX 2+ (1988) ed MSX turbo R (1990). Le prime tre erano computer ad 8-bit basati sul microprocessore Z80, mentre l'MSX turbo R, pur mantenendo lo Z80 onde assicurare la compatibilità con i modelli precedenti, gli affiancava una sua evoluzione, l'R800, derivato dallo Zilog Z800. Il turbo R fu introdotto nel 1990 ma non ebbe un grande successo, poiché fu prodotto solo da Panasonic esclusivamente per il mercato giapponese e, soprattutto, non fu molto supportato dalle case produttrici di software. Nel 1995 la produzione di quest'ultimo computer della serie MSX cessò. Complessivamente furono venduti 5 milioni di computer MSX nel mondo.
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