4 settembre 2011

Commodore VIC-20 (dalla mia collezione)

prima versione con spinotto di alimentazione a 2 poli e tasti funzione beige, alimentatore, cavi + Commodore Joystick + datassette C2N, tutto in scatole originali

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CPU: MOS 6502, 1 MHz, 8 bit
ROM: 8 KByte con interprete BASIC 2.0
RAM: 5.5 KByte espandibile (3.5 KByte liberi per il BASIC)
Video: VIC-I, 176 x 184, 22 x 23 caratteri in modo testo, da 8 a 16 colori
Audio: VIC-I, 4 canali
Anno: 1980


Le informazioni seguenti sono prese da qui

Il Commodore VIC-20 (in Germania: Commodore VC 20) è un home computer della Commodore Business Machines Inc. commercializzato dall'ottobre 1980 al gennaio 1985. Fu proposto come computer per la famiglia e per il gioco ed ebbe un grande successo di vendite, subissato solo dal successivo Commodore 64.
L'hardware è basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di circa 20 kB contenente sistema operativo e interprete BASIC, memoria RAM di 5 kB, di cui 3,5 kB disponibili per la programmazione in BASIC.
E' stato il primo computer della storia a superare la quota simbolica di un milione di esemplari venduti, quota tutt'oggi rilevante che il Commodore VIC-20 ha raggiunto nel gennaio 1983.
Il Commodore VIC-20 inoltre è stato il primo computer della storia con video a colori venduto al dettaglio ad un prezzo inferiore ai 300 dollari.

Storia

Nato da un progetto interno destinato a mostrare che un piccolo computer poteva avere mercato, venne commercializzato inizialmente nella versione giapponese VIC-1001.
Il nome era un evidente rimando alla già famosa serie PET, che aveva il suo capostipite nel modello 2001, e sotto la quale il nuovo nato si andava a collocare. La parentela con la serie PET, al di là della CPU utilizzata che era la medesima, risulta evidente nelle prime serie che avevano tasti squadrati, anziché quelli a profilo arrotondato tipici anche del Commodore 64 e del piccolo Commodore 16. Questi esemplari vengono chiamati dai collezionisti "VIC 20 PET style" e sono molto ricercati.
L'ingresso nel mercato delle macchine di fascia bassa come detto riuscì con grande successo. Uscì di produzione all'inzio del 1985 quando fu sostituito dal Commodore 16.
Il VIC-20 fu protagonista della guerra dei prezzi che spinse la Texas Instruments fuori dal mercato degli home computer. Fu anche un computer di sviluppo, basti pensare ad un personaggio che "da giovane" ebbe un VIC 20: Linus Torvalds. Le limitazioni del BASIC del VIC-20 e -soprattutto- del successivo modello 64, dotato di identica versione, spinsero nel tempo molti appassionati ad esplorare le funzioni interne della macchina per capire come i professionisti dei giochi realizzassero effetti grafici e quant'altro.
Va notato che molti programmi in linguaggio macchina potevano girare solo su una configurazione, cioè solo con o senza espansione di memoria. Ciò è dovuto al fatto che la posizione iniziale della memoria utente cambiava in presenza di una qualsiasi espansione (comunque rilevabile agevolmente via software) ed alla relativa difficoltà di scrivere codice macchina rilocabile per il 6502.

Hardware

Basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di 8 kB contenente il sistema operativo (il KERNAL, l'editor di schermo ed il generatore di caratteri) e l'interprete BASIC v2.0, una memoria RAM di 3583 byte liberi oltre a circa 2 kB per la gestione del segnale video. Tali confini potevano essere modificati da programmatori anche poco esperti, aumentando così la risoluzione dello schermo (22×23 caratteri) a scapito della memoria libera per il programma.
Il circuito VIC (Video Interface Chip) svolgeva invece sia la funzione di circuito grafico, sia quella di circuito sonoro. Dal punto di vista grafico, la risoluzione era di 176×184 pixel (22×23 caratteri in modo testo), forniva da 8 a 16 colori, caratteri programmabili, modo multicolore, possibilità di centraggio del quadro video e una particolare modalità video con caratteri di dimensione 8×16. A differenza del suo successore, il VIC-II, non è dotato della capacità di gestire sprite.
Gli appassionati si riferiscono spesso a questo chip chiamandolo VIC-I per distinguerlo dal VIC-II utilizzato nel Commodore 64.
Come sonoro, il VIC offriva quattro canali, era possibile aggiungere una quinta voce collegando, tramite la porta di espansione, un altoparlante esterno al VIA, un integrato destinato alla gestione dell'I/O ma che presentava anche un'uscita audio.
Questo computer aveva un bus seriale (da allora in poi noto in gergo come "porta seriale Commodore", una versione seriale dello standard parallelo IEEE-488) utilizzato per i Disk Drive Commodore 1540, 1541, 1581, 1570, 1571 e stampante Commodore 1525/1526, MPS 801 o simili, una porta di espansione memoria utilizzata anche per le cartucce GAME, una porta per collegarvi un registratore di cassette magnetiche, dotato di connettore proprietario (Commodore Datassette C2N).
Vi erano una porta di I/O (detta user port) contenente l'equivalente di una porta parallela ed una seriale RS-232 non standard con livelli TTL (normalizzabili tramite un accessorio specifico, cod. VIC-1011A) ed una porta per joystick e paddle identica a quelle della console per videogiochi Atari 2600.
La velocità del bus seriale era leggermente più alta che in modelli successivi. Il drive 1540, concepito come specifico per il VIC-20, era in grado di trasferire dati solo alla velocità nativa del VIC-20. Molte unità 1540 vennero tuttavia aggiornate successivamente dai proprietari con la sostituzione della ROM, che definiva tra le altre cose le costanti di tempo per il trasferimento dei dati. La programmazione, infatti, era l'unica differenza tra le due unità, ed il 1541 era in grado di operare ad entrambe le velocità.

Note: "VIC" è l'acronimo di "Video Interface Chip", il nome del circuito integrato più importante, dopo il microprocessore MOS 6502, utilizzato per realizzare il computer. Il "20" invece è un'approssimazione della quantità massima di memoria totale disponibile nel computer

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